venerdì 16 maggio 2008

...aperta parentesi... Aler: gli aumenti del canone riguardano 1.284 assegnatari

E’ primavera e, come le gemme, spuntano gli aumenti dei canoni d’affitto degli alloggi Aler. La giunta Regionale ha approvato un progetto di legge, con effetto dal primo gennaio di quest’anno, la cui conseguenza concreta è l'aumento del canone d'affitto, vissuto dagli inquilini delle case popolari e dalle loro famiglie con forte e giustificabile preoccupazione. In rapporto alla situazione economica del nucleo familiare, il nuovo canone di locazione che le famiglie dovrebbero corrispondere è definito dalla percentuale di un valore locativo individuato sulla base di costi parametrici e delle caratteristiche dell’abitazione: classe demografica dei comuni, ubicazione, livello di piano, stato di conservazione, vetustà. A parità di condizioni di alloggio, gli aumenti sono maggiori per gli inquilini in condizioni economiche peggiori; a parità di condizioni economiche, gli inquilini che abitano nel patrimonio più vecchio e degradato pagano un aumento maggiore; a parità di alloggio e di condizioni economiche, gli inquilini delle città capoluogo di provincia e delle città più grandi (a cominciare dalle città superiori a 30.000 abitanti) pagano aumenti sensibilmente superiori.
Dalle prime simulazioni, l’unica certezza è l’aumento consistente del canone sociale, che colpisce innanzitutto le persone sole e gli inquilini più svantaggiati, e penalizza il patrimonio vecchio e degradato.
Questa situazione, mentre comporterà un aumento generalizzato degli affitti -che si aggiungerebbe agli altri aumenti già avvenuti negli ultimi 10 anni negli alloggi Aler - non fornisce alcuna garanzia per la qualità del servizio e l’eliminazione degli sprechi di gestione, anzi, scarica completamente sugli inquilini i costi per la manutenzione e il recupero del patrimonio, e sui comuni i costi per l’assistenza per gli inquilini in difficoltà. Non prevede, per esempio attraverso un Fondo di solidarietà, alcun coinvolgimento dell’Assessorato alla Famiglia della Regione Lombardia.
A Busto gli aumenti riguarderanno l’80% dei 1.284 assegnatari. Molto spesso sentiamo dire da qualcuno che vi sono inquilini i quali pagavano 30/40 € al mese e che l’aumento introdotto, anche se va oltre l’80%, è doveroso. Questi “qualcuno” dimenticano che con 500 € di pensione, a questi aumenti vanno sommati le spese già eccessive dei servizi e del riscaldamento, il cui onere, oltre a sottrarsi ad ogni effettivo controllo da parte dell’utenza per mancanza di procedure e sedi certe di valutazione sui costi e sui contratti di fornitura, è aumentato negli ultimi anni anche per effetto di addebiti da parte delle ALER (oneri per spese di amministrazione e generali). Con l’aggiunta di centinaia di euro al mese per le spese, si entra in una condizione di forte precarietà, soprattutto in una situazione economica difficile come l’attuale, in cui pensioni e salari sono fermi da anni.
Se il tema è quello di garantire le risorse necessarie per le manutenzioni, la soluzione non è scaricare il problema con l’aumento dei canoni, dimenticandosi delle finalità sociali di questi alloggi. Bisogna invece pensare alla partecipazione ai costi da parte degli inquilini, con una quota però sostenibile per le famiglie; quanto al resto, è indispensabile prevedere un impegno pubblico, con un fondo flessibile per garantire ai gestori capacità d’intervento. Aperta parentesi, neanche tanto demagogica: pensiamo agli aumenti delle poltrone nei consigli di amministrazione delle Aler, stabiliti pochi anni or sono: con quelle retribuzioni aggiuntive, vuoi che non si riesca a fare la ristrutturazione della facciata di un edificio una volta l’anno? Chiusa parentesi.
Per questo, nel Consiglio Comunale del 5 maggio scorso noi del PD abbiamo posto il tema all’attenzione dell’assemblea, supportati dalla presenza di una partecipazione attiva di cittadini delle nostre case popolari. Passerà in commissione bilancio per un approfondimento, per tornare al voto in sala esagonale. Ci attendiamo buon senso da maggioranza e opposizioni.
C’è urgente bisogno di rivedere la legge. Serve una norma diversa, che garantisca la sostenibilità dell’affitto e consenta la necessaria duttilità nell’applicazione delle direttive a livello locale. Pur essendo i comuni lombardi realtà molto diversificate fra loro, non si fa alcuna distinzione, con il risultato di vanificare qualsiasi obiettivo di equità. Sarebbe necessario invece tener conto delle oggettive differenze locali,e avviare sul territorio tavoli di concertazione con il coinvolgimento delle organizzazioni degli inquilini. La partecipazione di tali organizzazioni potrebbe inoltre garantire una verifica della qualità dei servizi erogati, e contribuire alla predisposizione del programma di manutenzione degli alloggi sui singoli territori.Federalismo e sussidiarietà, per favore. Da Roma a…Busto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono una dei 1284 assegnatari di un alloggio Aler di Bergamo di 69 mq, pensionata dal 2004. Mi è stato applicato l'aumento che dovrebbe essere progressivo nel prossimi 3 anni, poi mi è stato applicato un ulteriore aumento per la determinazione demografica da parte del Comune di Bergamo (grazie ai numerosi extracomuniari insediatisi nel Comune), ora mi è arrivato un nuovo contatto che prevede un canone separato per il box ... e la pensione è sempre quella! Mia cognata, anche lei sola, abita un appartamento privato e paga la metà di quanto pago io (che ammonta a 1/3 della mia pensione: circa 330 euro al mese). Ho letto che la finanziaria 2009 prevede la vendita degli immobili aler agli assegnatari mediante pagamento di un affitto-riscatto, con valutazioni degli appartamenti in base al canone che si paga. Sono alquanto preoccupata per quanto riguarda la valutazione dell'appartamentino in cui abito, visto il così pesante rincaro dell'affitto. Spero solo che a qualcuno non venga in mente di rincarare l'affitto anche dei servizi igienici, perchè i sanitari, usurati per vetustà li ho sostituiti a mie spese.

Erica ha detto...

Cara pensionata, capisco la tua preoccupazione ( ho una suocera nelle stesse condizioni, pensione e aumenti compresi). Il canone separato per il box dipende dal fatto che sono stati redatti due atti notarili diversi, uno per la casa e uno per il box. Io come consigliere comunale di Busto ( ma di origini bergamasche!)mi sto muovendo per fare in modo che possano essere considerati parte non divisibile. Questo dovrebbe fare anche il comune di Bergamo, sollecitando l'Aler e soprattutto la regione che ha emanato questa legge. Se c'è la possibilità di riscatto, non potrà essere ai normali prezzi di mercato.Però non si sa mai. Teniamo sotto controllo la situazione, già la regione sembra disponibile ad alcuni cambiamenti sotto pressione anche nostra del PD.
Scrivimi ancora quando vuoi, a me farà senza dubbio piacere.
Erica D'Adda

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