domenica 30 marzo 2008

APRIAMO UN "FORUM" SUI DIRITTI Qualche "condizionale" in più e qualche "dichiarativo" in meno

“Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”. O la nostra politica, Shakespeare. Che ancora una volta, verrà mai l’ultima?, ha perso un’occasione per dimostrare di essere all’altezza del proprio impegno: il pensiero, il dibattito sulle idee. La vicenda della Festa Gay di San Valentino, organizzata da forze della sinistra radicale cittadina, è l’ennesima conferma dei treni che si perdono. Poteva svolgersi tranquillamente senza polemiche e sovraesposizioni, com’è nel diritto di ogni manifestazione. E al contempo poteva essere il volano d’apertura di un dialogo fra culture diverse, che sono tali in quanto esprimono distinte visioni dell’economia, della società, degli individui, e quindi un combinato differente di valori e iniziativa politica. Poteva riuscire più o meno gradita la forma, più o meno graditi i contenuti: chi fra gli esponenti politici si è proposto per un commento, o è stato interpellato per darlo, poteva sostenere le proprie argomentazioni con qualche condizionale in più e qualche dichiarativo di meno, quando al centro di una questione c’è la vita di uomini e donne in carne ossa. Sapendo che una comunità, anche secondo la tradizione cattolico democratica, è vera quando è inclusiva, o non è. Magari è praticata male, la tradizione; avviene spesso. Ma il contenuto delle parole “cristiana” e “democratica” quello no, non si può equivocare. Non in buona fede. Chi ha a cuore le persone, tutte, perché a cuore ha la “persona” in quanto tale, l’ultima cosa che vorrebbe è scatenare una rissa sulla loro pelle. Sente l’impegno di contribuire a costruire un’etica pubblica, e per questo non lo fa.
Non è andata così.
Essere omosessuale, anche ai giorni nostri, non è facile. E’ un fardello interiore che crea fatica umana e sociale.
“Se tutti voi sapeste le pene dell'inferno che la maggior parte di noi ha dovuto affrontare nella vita. Se la maggior parte di voi sapesse quanto è difficile provare dei sentimenti e "istinti" che vanno contro ciò che la società moderna "decide" che è normale, senza poter lottare o fare nulla per cambiare le cose, perché l'attrazione che provi per una persona del tuo stesso sesso non è una scelta, non è un divertimento di un'ora, ma un istinto che senti nascere dentro di te contro al quale non puoi andare. Un istinto che è radicato dentro di te, innato, fin da piccolo capisci che sei diverso.” Sono le parole di un nostro concittadino. Servono commenti?
Nel nostro tempo la società è più avanti della politica, ha accettato più profondamente «la normalità della diversità». Nella vita quotidiana i rapporti tra le persone, e non solo tra le giovani generazioni, non somigliano a quelli tipici della società italiana di molti anni fa. Anche quelli fra i cattolici dichiarati. Eppure non basta, c’è molto da fare per vedere riconosciuti e assimilati alcuni diritti di cittadinanza. E la politica, purtroppo, invece di rimboccarsi le maniche e assolvere alle sue funzioni, spesso gioca sulle loro vite una partita camuffata. Li usa, gli omosessuali, per altri scopi. Lo fa un certo integralismo cattolico, fragile e quindi aggressivo; ma anche una parte della sinistra che fa giuste battaglie di frontiera, arroccandosi, però, per riflesso condizionato, sulle proprie convinzioni.
Per questo il gruppo consiliare del PD a Busto ha chiesto di affrontare in modo completamente nuovo questa partita. Smarcandosi dalla solita palude del vecchio “o sei con me o contro di me”. Rilanciando il dialogo su questi temi. Chiedendo al proprio partito: apriamo noi un grande cantiere, un grande «Forum sui diritti» che metta seduti al tavolo tutti quelli e quelle che hanno a cuore il futuro del paese. Laici, cattolici, omosessuali, eterosessuali, agnostici… Tutti coloro che vogliono veramente affrontare il problema dei diritti civili. Ma soprattutto che vogliono vederlo risolto ora, e non rimandato all’infinito.
Oggi si sono scambiati i santini, i consiglieri Salomi e Corrado. Con tanto di foto a immortalare. Domani, il grado di comunicazione sul tema non avrà fatto un passo in avanti.C’è una politica altra, che punta non a dividere, ma a unire il paese sulle grandi questioni etiche che riguardano la vita e la morte, su quelle dei diritti civili che investono la sfera della sessualità e della famiglia. La politica che noi vogliamo costruire. La vitalità di una comunità cittadina si misura su come riesce a crescere, ad andare oltre i suoi limiti, ad immaginarsi migliore per tutti. A far sì che tutti sentano di farne parte. A questo siamo chiamati. In nome anche di un intellettuale come Pasolini – per chi ci ha chiesto se lo ricordiamo - espulso dal Partito Comunista per peccato di “degenerazione borghese”. Tradotto dal “verbo” di allora: era omosessuale.

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