domenica 30 marzo 2008

IL NO DELLA LEGA Malpensa, Italianità e la compagnia di bandiera

Fulminati sulla via di Damasco? Macché. Sulla via di Roma, tanto sembrano abbagliati dalla capitale e dalle questioni romane, certi nostri concittadini leghisti, scrittori prolifici dalle pagine di questo settimanale. Del resto è comprensibile, vi passano troppo tempo per impegni assunti in Consigli di Amministrazione che hanno sede nella tanto vituperata politica romana. Da lì ci rimandano un’immagine del paese sull’orlo del baratro. Esagerazioni a parte, forse è un espediente per parlare poco della nostra Busto, della situazione in cui si trova “grazie” alla loro attività amministrativa. Forse, e d’altra parte qualche ragione ce l’hanno: quello che non hanno fatto in cinque anni di governo Berlusconi-Lega, non si poteva sistemarlo tutto in venti mesi di governo Prodi. Qualcuno ha visto un’ombra del tanto sbandierato federalismo, quando hanno governato? Noi no, abbiamo visto solo una riforma abortita grazie al voto dei cittadini. Noi abbiamo fatto la riforma del Titolo V della costituzione, i cui effetti si sono sentiti, e hanno consentito alla Lombardia quegli spazi di autonomia che preludono a un federalismo vero. Intanto che qualche prefica si dedica alle geremiadi, c’è chi bada al sodo e preferisce impegnarsi per il bene del nostro territorio, portando a casa risultati concreti. Qualche esempio? Prendiamo Malpensa. La nostra città è al centro di una conurbazione in cui l’aeroporto rappresenta per le imprese, i lavoratori, il posizionamento strategico, un elemento assolutamente vitale. Chi gridava allo scandalo e alla vergogna per la vendita di Alitalia ad Air France, si è trovato scornato dalla “carambola” di Berlusconi in materia, passato dalla priorità di salvare Malpensa al via libera alla vendita ai francesi, purché sia salva la bandiera dell’italianità della compagnia. Italianità, cara Lega, non “padanità”, cacofonico neologismo di facciata. Tutti abbiamo capito che la moratoria era ed è una richiesta priva di fondamento, se non c’è nessuna compagnia seria pronta a subentrare ad Alitalia, mentre un piano di gradualità nel lasciare le rotte alle compagnie aeree che intendono subentrare rappresenta l’unica alternativa credibile. E intanto che il capo del Partito delle libertà aspetta di cambiare nuovamente opinione, è il deputato Daniele Marantelli che termina questa legislatura lavorando per ottenere i soldi per la salvaguardia dei posti di lavoro. 80 milioni di ammortizzatori sociali che valgono per tutto il comparto legato a Malpensa, indotto compreso. Stanziati dalla Camera grazie ai voti determinanti del Partito Democratico: perché la Lega invece si è astenuta sul voto del provvedimento. I lavoratori dovrebbero saperlo. Non sembra poi così interessata a loro, che vivono nel territorio e ne rappresentano una ricchezza, quando non la riprendono le telecamere a manifestare col fazzoletto verde contro Roma ladrona. In più, ci sono 40 milioni per completare le infrastrutture di accesso, indispensabili allo sviluppo dell’aeroporto. Che sommati ai finanziamenti per la Pedemontana – che interessano anche il sud della provincia e Busto - e all’Arcisate Stabio, sono molto di più di quanto si sia ottenuto nei cinque anni di governo Berlusconi. Altro che ricapitalizzazione berlusconiana di Alitalia con i soldi dei contribuenti, pure Lombardi, e con risultati che hanno contribuito ai fallimenti di oggi!
Va da sé che la sola linea seria e realistica è quella espressa da Walter Veltroni, che ha riaffermato come in Italia possano esserci due hub, Fiumicino e Malpensa – ma anche un point to point a casa nostra, dove è l’impresa e non il turismo a giocare la partita dello sviluppo - e che lo scalo varesino deve potersi aprire al mercato, attuando il piano con la gradualità chiesta dal PD ne documento approvato alla camera.En passant, ricordiamo un altro importante risultato: Berlusconi e la sua nutrita pattuglia di deputati e senatori del territorio, leghisti in testa, promise di vendere al mondo l’M346 Aermacchi, il gioiello dell’azienda aeronautica di casa, che a breve diventerà il nuovo velivolo addestratore dell’Aeronautica Militare Italiana. Berlusconi fallì, promessa mai mantenuta. Nella finanziaria di Prodi è stato deliberato l’acquisto di 14 velivoli dell’azienda, come, con comprensibile orgoglio, Marantelli ha annunciato al convegno sul distretto aerospaziale organizzato dagli industriali della provincia di Varese. Fatti, non parole. Nelle nostre zone abbiamo avuto per anni tanta demagogia e scarso impegno per la comunità. Si sono occupati tutti gli spazi disponibili, tutte le poltrone. Ma se si giudicano i risultati concreti, in due anni con un deputato e un senatore del PD abbiamo portato a casa più noi,che loro nei cinque di governo Berlusconi-Bossi, a dispetto di tutte le millanterie sul Nord. Loro sono il passato: gli elettori guardino al futuro, e riprendano a pensare con la testa dei giovani, con la loro positività.

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