domenica 30 marzo 2008

STIPENDO D'ORO Provare a capire per una serena riflessione

Da questa pagina del nostro appuntamento settimanale, già vi parlammo dell’indagine che la Corte dei Conti ha in corso nei confronti del Comune di Busto Arsizio. Circostanza delicatissima, al punto che come gruppo Consiliare del PD abbiamo chiesto due volte una COMMISSIONE D’INDAGINE su quello che definimmo il caso degli “STIPENDI D‘ORO”. Negataci per la seconda volta vorremmo, senza demagogia, provare a capire e avanzare una serena riflessione su alcuni aspetti di questa vicenda, assumendoci l’impegno di tenere il cittadino informato dei vari passaggi che seguiranno.
La Corte dei Conti indaga su alcune situazioni chiaramente illegittime occorse nel nostro comune. Illegittime formalmente, perché mancano o sono scorrettamente applicati alcuni passaggi burocratici; e sostanzialmente, avendo a che fare con esborsi di denaro non dovuto.
Gli atti illeciti si riferiscono a tre capitoli fondamentali. Il fondo dipendenti, impropriamente utilizzato o neppure definito. Le progressioni verticali, vale a dire la riclassificazione dei dipendenti interni in una categoria superiore, che non avvenne in seguito a corrette procedure selettive. Le progressioni orizzontali, quelle interne alla categoria, che sono incrementi retributivi connessi alla qualità della prestazione resa dal lavoratore a parità di mansione. Qui, invece di evitare il fenomeno delle distribuzioni a pioggia, che ne costituisce una finalità impropria, lo si è assunto quasi a norma.
I fatti accaduti coprono un arco temporale che va dal 2001 al 2006. Quando per anni venne meno l’ente regionale di controllo, il CORECO. Quando a Busto Arsizio il Comune non aveva quel Controllo Interno di Gestione previsto dalla legge, che avrebbe evitato o contenuto il danno.
A latere: perché mancava? perché la politica non ha provveduto? Nessun sindaco o amministratore , leghista o di centrodestra, ha letto il Testo Unico degli Enti Locali?
Consentiteci una nota di polemica, ma polemica seria: caro ex Sindaco Gianfranco Tosi, invece di occuparsi nella Sua rubrica sull’Informazione della campagna elettorale e della faccia di Prodi, non ha proprio nulla da dire in merito a ciò che è anche sua responsabilità, quale che sia la forma che questa responsabilità verrà ad avere? Qualcosa di serio, che aiuti a capire, se le riesce.
Questi i fatti; non aggiungiamo altro. Chiunque voglia discuterne a fondo può contattare il PD. Quello che ci preme capire è altro. I consiglieri comunali, tanto della maggioranza quanto dell’opposizione, non hanno avuto la possibilità di approfondire gli argomenti, com’è loro diritto e dovere.Le informazioni per lungo tempo si sono limitate a comunicazioni del sindaco e alla richiesta di documentazione, ottenuta quasi sempre su nostro sollecito.
Lo strumento che ci avrebbe consentito di lavorare per capire meglio la situazione, molto grave e foriera di conseguenze negative per il futuro, era la Commissione d’indagine. L’ultima bocciatura da parte di Sindaco e maggioranza, aldilà delle chiacchiere tipo:”ripresentatela più avanti, non è il momento” che da dieci mesi vanno ripetendo molti esponenti di FI – dato che non è facile neppure per loro digerire tutto, ma proprio tutto – è avvenuta il 13 Febbraio in Consiglio Comunale.
Perché in quella occasione il Presidente del Consiglio Speroni ebbe tutta quella fretta di far votare, e il Sindaco Farioli quella vaghezza nel supportare la sua proposta di una commissione di scopo, che se istituita subito avremmo accettato?
Molto, molto cara l’alleanza con la Lega, caro Sindaco. E tuttavia non vediamo la ragione di farne pagare i costi alla città, e alla buona amministrazione.
Riflettiamo anche su un altro aspetto che ci ha molto infastiditi. Il continuo riferimento di quei signori al fatto che la commissione d’indagine non può costringere nessuno a essere “interrogato”. A chi come a noi non interessa questo aspetto inquisitore dei compiti della commissione, ma pensa ad una valutazione dei documenti che arrivi ad una analisi politica complessiva dell’accaduto, paiono ragioni del tutto pretestuose.
Poi, pensandoci bene, abbiamo provato a guardare le cose da un altro punto di vista. Non solo quello dei dirigenti “cattivi” che con una gestione “allegrotta e casereccia” si sono intascati soldi non dovuti, e non hanno rispettato le norme che dovevano, mettendo nei guai i colleghi e i “poveri” politici!
Ci siamo chiesti: ma, E SE I DIRIGENTI E I DIPENDENTI PARLASSERO? Non è che si ha paura di questo? Perché magari, vai a sapere, non è poi così vero che facevano tutto loro. Forse non potevano non fare quello che hanno fatto.
Perché di certo non vorranno farci credere che è stata la struttura ad assumere la scelta politica del dimezzamento del personale, scelta infausta che paghiamo ancora oggi, e avvenuta proprio nei periodi in cui accadevano i fatti sotto indagine. Vi terremo aggiornati.

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