domenica 30 marzo 2008

PICCOLE BOMBE! Perché la magistratura lombarda indaga sui "derivati o swap?"

Mercoledì 3 febbraio 2008 Il Sole 24 Ore-Lombardia ha pubblicato un articolo interessante dal titolo:”Faro sui derivati”. Dai primi giorni del 2008 la Sezione Lombarda della Corte dei Conti ha deciso di avviare un’istruttoria su circa 35 comuni che lo scorso anno avevano in attivo uno o più prodotti finanziari derivati. In finanza, uno strumento derivato o swap è considerato ogni titolo il cui valore è basato sul valore di mercato di altri beni (azioni, indici, valute, tassi ecc.). Sono operazioni che di solito si costruiscono su un debito. Cosa significa in termini comprensibili ai comuni mortali? Significa questo: lo swap semplice è essenzialmente uno scambio. Per esempio, tu hai un debito e paghi un tasso variabile del 5%. La banca ti propone uno scambio, ti dice:” Il tuo 5% variabile lo pago io al posto tuo, tu paghi un 4,5 fisso per tutta la durata del contratto. In questo modo se i tassi scendono sotto il 4,5 tu non avrai utili, ma se aumentano la differenza ce la metto io. Tu non ci guadagnerai ma nemmeno ci rimetti”.
Se nel contratto non ci sono trappole, sembrerebbe perfetto, quasi neanche crediamo che una banca possa spingersi a tanto. Ma allora perché la magistratura contabile lombarda indaga?
Perché questi strumenti finanziari sono spesso piccole bombe ad orologeria in grado di dissestare pesantemente i bilanci delle amministrazioni, e non solo.
Andiamo con ordine. L’unico comune sotto inchiesta di cui si conosce il nome è Lecco, il cui derivato è gestito dalla Deutsche Bank. Si tratta di un derivato complesso, e non vogliamo entrare nel merito del fatto specifico, aspettiamo che l’indagine in primavera ci dica quali sono gli altri comuni e cosa sta accadendo.
La Deutsche Bank, però, è l’advisor della seconda operazione di swap messa in campo dal Comune di Busto Arsizio. Un’operazione di cui vogliamo discutere, perché ci preoccupa nei possibili esiti futuri, aldilà della sua correttezza formale.
Cosa ci ha detto in merito l’amministrazione? Più o meno questo. Il debito del nostro comune ammonta a circa di 55 milioni di €., più gli interessi. Con il primo ricorso ai derivati gli interessi ammontavano – dati degli uffici competenti del comune – a poco più di 24 milioni.
Il nuovo prodotto strutturato è stato concretizzato al fine di rimodulare il piano di rimborso del debito, ridistribuendo i pagamenti entro la scadenza finale naturale, vale a dire entro il 2031. La manovra consente di ridurre fino al 2013 i pagamenti per la copertura del debito, permettendo così di liberare risorse per finanziare nuovi investimenti per almeno 11,8 milioni di €. Questi 11,8 milioni li restituiremo – ovviamente - tra il 2014 e il 2031.
Detta così, è un’operazione apparentemente innocua.
Piace a molti enti locali, che se ne servono perché, oltre a coprirli dai rischi del rialzo dei tassi, ottengono soldi da spendere subito, spostando il peso maggiore del debito in là negli anni, che tradotto in linguaggio semplice significa: ”Io ho debiti, ma a pagare pesante sarà chi viene dopo di me”. Esattamente quello che accade da noi. Guarda caso, la manovra che consente di fare cassa copre sette anni, quelli in cui, se tornasse a vincere al prossimo giro, governerebbe l’attuale sindaco. Chi viene dopo, qualunque sia il suo colore politico, si troverà a pagare di più, e quindi a dover stringere la cinghia. Una vera polpetta avvelenata al proprio successore.
Non è tutto. Se prima gli interessi sull’intera operazione erano 24 milioni, adesso salgono a quasi 33 milioni, per l’esattezza 32.947.557,28. Facciamo i conti: paghiamo 8.682.503,62 milioni in più. Quindi fra sette anni, non solo dobbiamo restituire gli 11,8 milioni che nel frattempo avremo speso, ma pagheremo di più per avere avuto la possibilità di ottenere quell’anticipo in contanti che ci fa comodo adesso.
Una cosa ci conforta (si fa per dire): le banche rimangono le stesse. Non fanno nulla che non sia lautamente vantaggioso per loro. Purtroppo non ci conforta molto l’operato degli amministratori. Questi prodotti finanziari sono diventati la valvola d’ossigeno per dare una risistemata al mutuo comunale e fare cassa, allungando la corda del debito. Solo che questa corda ce la stiamo attorcigliando al collo, col rischio molto reale di strangolare le generazioni future per prendere oggi qualche beneficio.
Speriamo poi che non vi siano ulteriori aspetti negativi. E’ vero che sono temi piuttosto complessi, ma è bene che i cittadini siano informati di quanto accade. E chiedano tutte le spiegazioni necessarie. Cosa che noi del PD faremo senz’altro.Perché non si debba arrivare a dire: “ ai posteri l’ardua…insolvenza”.

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