domenica 30 marzo 2008

FIDUCIA Amministrazioni locali (Busto) e spesa pubblica

n Riqualificare la spesa pubblica è un imperativo urgente e ineliminabile. Per lo Stato,ma anche per le Amministrazioni Locali. Solo attraverso un processo di cambiamento nell’uso delle risorse che i contribuenti conferiscono alla collettività, governi e amministrazioni possono sospingere la crescita, elevare il benessere, rinsaldare il loro rapporto di fiducia con la società a cui debbono offrire una prospettiva di sviluppo.
Rinsaldare il rapporto di fiducia: precondizione a qualsiasi rinnovamento che sia davvero tale. Anche a casa nostra.
La vicenda che vede il Comune sotto indagine da parte della Corte dei Conti, ha portato alla messa in mora di circa 40 persone: ex sindaci, commissario prefettizio, assessori, dirigenti, segretari e revisori dei conti! Ricordiamo: l’indagine riguarda il periodo fra il 1999 e il 2004, in cui sono compresi i mandati della giunta Leghista a guida Tosi, e quella Rosa di centro destra. E affinché tutto cambi perché nulla cambi, non solo le due giunte hanno avuto in comune degli assessori, ma metà di questi sono passati in “eredità” a quella Farioli. L’indagine ha rilevato conti in rosso per una somma che si aggira intorno agli OTTO MILIONI di € - vale a dire circa 16 MILIARDI delle vecchie lire! - “arrecando un danno rilevantissimo alle casse comunali”, afferma il Dr. Attilio Vallante, titolare dell’inchiesta.
Le risorse, tolte alla possibilità di spesa per i servizi ai cittadini, sono state indebitamente erogate a dirigenti le cui buste paga mensili hanno raggiunto livelli che un operaio, un impiegato, un artigiano non percepiscono nemmeno dopo un anno di lavoro. Parliamo di cifre che oltrepassano i 40.000,00 euro mensili. Parliamo di qualche dirigente che deve restituire alle casse comunali più di 200.000,00 euro. Sono stati concessi passaggi di livello e benefici quando la legge non lo consentiva, “con distorsioni rispetto alla disciplina contrattuale già in fase di conduzione delle trattative sindacali” (Vallante). Provate a spiegarlo a chi, con contratti precari e con salari da fame, vive con la costante preoccupazione di perdere il lavoro, e le trattative sindacali non sa nemmeno cosa sono.
Tuttavia ciò che colpisce maggiormente non è solo l’allegra gestione del denaro pubblico, magari da chi ha fatto la propria fortuna politica al grido di “Roma ladrona”; o da chi ci costringe a subire sermoni di quanto è bello essere “liberali”, o “giudaico-cristiani”, ma si guarda bene dal mettere a disposizione degli interessi pubblici la stessa cura che prodiga ai propri, e dal rispettare nei fatti quello in cui crede. Non è solo la difficoltà di farsi ridare il mal dato a chi lo ha ricevuto, e insieme la necessità di tutelare quei dipendenti comunali che si sono trovati coinvolti senza responsabilità personale. Tutti atti dovuti: per ripristinare la legalità il primo, e la serenità il secondo. Ma c’è di più.
Cos’è questo “di più”? E’ l’insostenibile leggerezza che si ritrova in alcune dichiarazioni di chi è responsabile di un malgoverno cittadino la cui natura e gravità ci colgono quasi impreparati. Non che si chieda qualche assunzione di responsabilità, ci mancherebbe.
Almeno tacessero. E invece cosa dicono, i politici responsabili di una vicenda che condizionerà il futuro della città e del rinnovamento amministrativo? Pare un coro natalizio: “che una cosa è la questione politica, altra quella amministrativa”. Tradotto nel linguaggio del cittadino comune: io sto lì ma cosa vuoi che capisca? Ho firmato? Ma certo, firmavo quello che mi davano da firmare. Domanda da bar sport: ma allora noi cosa ti eleggiamo a fare se bastano i funzionari?
Qualcuno svia il discorso come si fa coi bambini e ci grida: guardate cosa succede in Campania, guardate Bassolino!!! Certo che guardiamo, e abbiamo parole dure per quell’incapacità di amministrare – guardate voi Cuffaro non lo chiediamo, per carità di patria - ma speriamo non vi dispiaccia se guardiamo anche in casa nostra.
A luglio 20007 il Partito Democratico cerca di capire cosa sta succedendo, e chiede una Commissione d’Indagine. Bocciata. Si va avanti con qualche dichiarazione e troppi silenzi. Ripetiamo la richiesta a Gennaio 2008 e neanche a farlo apposta riesplode il problema con la messa in mora dei quaranta, e allora: nuova agitazione, il sindaco si riserva di rilasciare dichiarazioni ufficiali, e poi “silenzio fino alla seconda settimana di febbraio, data fissata per dare il via alla riorganizzazione della macchina comunale”. Quale? Quella a cui i politici sotto inchiesta hanno dimezzato il personale, pagando ai fortunati cifre moltiplicate come a un “gratta e vinci” truccato?Caro Sindaco, riorganizzazione e riqualificazione non si compiono senza la spinta congiunta di passione politica e passione amministrativa. Commissione d’indagine: brutto il nome, varrà la sostanza. Non sprecare un’altra occasione.

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